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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:374|3|0]]celli delle Isole in grandissimo numero, destinati ai mercati d’Europa.
Gli importatori, disperando di poterli conservare, aprirono tutte le gabbie. E per alcuni giorni la città fu abbarbagliata da quella moltitudine diversissima di gemme volanti, e vide di sbarco in sbarco le truppe coloniali traversare le vie volgendo in alto le facce fosche rifatte infantili dalla maraviglia nuova.
Dall’Alpe e dal Carso i fanti mi mandano i fioretti colti nella trincea o nella dolina, le foglie di lauro colte al passaggio nei giardini devastati.
Dalla mia terra d’Abruzzi le donne superstiziose mi mandano sacchetti di erbe salutari e vaselli d’unguento.
I veterani della Marna e di Verdun mi mandano, nel gergo di guerra, quelle parole di fraternità rudi che confortano più d’ogni balsamo falso.