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374 | notturno |
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Distinguo i suoi capelli tagliati su la fronte chiara.
È commosso. Deve aver veduto prima d’ogni altra cosa le mie bende bianche.
Mi prende la mano e mormora qualche parola.
Fiuto su lui il mare, il vento dell’altezza, l’odore che si respira contro il cofano quando l’elica gira a prua.
Torna da un volo? Le sue mani lunghe hanno da poco lasciato le leve?
Mi racconta che ieri tentò di andare su Pola. A circa trenta miglia dalla costa, un guasto a un cilindro lo costrinse a calarsi in mare. Non essendogli riuscito di ripararlo in modo da riprendere il volo, cercò di avvicinarsi alla costa correndo su l’acqua.
Il mare era appena increspato. Da ogni parte l’orizzonte appariva deserto.
A un tratto nella scìa dei galleggianti balzò qualcosa di nero e di lu-