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386 notturno

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Balzo in sella. El-Nar nitrisce verso il sole.

Me lo invidierebbe quell’Alessandro che, sùbito dopo l’approdo, andai a cercare laggiù nella lingua di terra giacente tra il Lago Mareòtide e il Mediterraneo.

Ecco che io e il mio fedele siamo una creatura sola. E il cuore mi grida che andiamo verso una straordinaria allegrezza.

Passo il ponte di Qasr-en-Nil, traverso l’isola di Gezireh, varco il secondo braccio del fiume, volto a sinistra, seguo la riva, rasento i giardini di Gizeh. Giunto in capo del ponte di Roda, volto a destra, prendo la via delle Piramidi sul grande argine arborato. Incomincio a respirare il vento del deserto.

Chi va verso il deserto va verso la tentazione.

Passato Azîyeh, dall’alto della scarpata vedo a sinistra un campo di rose. Vedo, quasi in sogno, un vasto

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