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notturno 403

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O malinconia, malinconia,
di tanto lontano mi riporti
quel che già tanto ti pesò?

Io, mio fratello, le mie tre sorelle, eravamo discesi nella rimessa, eravamo saliti nella vecchia carrozza degli sponsali, dove il panno blu sapeva di pioggia rasciugata e un cuscino era tiepido del gatto che ci aveva dormito.

La porta della stalla era aperta. Aquilino agonizzava su la paglia. Mio padre era inginocchiato accanto al moribondo, tra il cocchiere e il garzone che teneva la tazza della medicina e il cucchiaio di bosso piagnucolando.

Dallo sportello, stretti nello sbigottimento, noi guardavamo senza piangere, con un cuore serrato che non lasciava passare né una goccia di sangue né una lacrima di dolore.

Guardavamo per la prima volta la

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