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notturno 411

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:423|3|0]]vertita e acuita, sollevar l’orlo della maschera per mangiare i tre acini della melagrana di Persefone nell’Ade.

Un clamore confuso viene dal bacino di San Marco.

È la mascherata che ritorna coi suoi mantelli, coi suoi tricorni, con le sue bautte? I servi in parrucca stanno per apparire in capo della scala con le lanterne dorate?


Ascolto. Attendo.

Alzo la benda e l’occhio fisso alla luna mi sembra più malato.

Il cuore mi sobbalza. Il clamore s’avvicina. Riconosco una canzone di guerra.

Ora tutto il canale echeggia. Chiudo le palpebre. Il coro è rosso nella mia visione coperta.

Mi sollevo, mi chino verso la vetrata.

Vedo tre grandi peate rimorchiate da una barca a vapore. Sono cariche

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