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Il ponte di travi di tavole e di ruote, dove Michelangelo saliva per dipingere la volta della Sistina, mi s’è ricomposto nel sogno.

Ho sfiorato il prodigio con le ciglia, ho toccato il prodigio con la mano.

«Questa è una bella materia» fece Francesco Francia palpando la statua di Papa Giulio. E il Buonarroti si sdegnò.

L’opera titanica è bella come un’ala di farfalla.

Veduta da vicino, in ogni parte e nel tutto ha la perfezione compatta d’un guscio d’ovo, una continuità simile alla politezza d’un dente d’elefante. È una tra le più belle materie del mondo, nata intiera da un cervello maschio come certe gemme virtuose che gli antichi lapidarli credevano generate nel capo di certi animali solinghi.

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