Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
notturno | 33 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:45|3|0]]
Lo sconosciuto diventa più grigio, più lieve; si fa ombra.
Allora affretto il passo per non perderlo.
Sotto la casa dove a sera si ode sempre un pianoforte, sotto la casa dov’è l’antiquario, egli scompare all’improvviso.
Non è caduto nel canale, non ha passato il ponte, non è entrato in una porta. Porte e botteghe sono chiuse. Le esploro con la mia lampada. Ritorno indietro per accertarmene.
Poi corro su pel ponte e faccio di corsa la calle, per accertarmi che non mi sono ingannato e ch’egli non è tuttavia davanti a me.
La calle è deserta. Deserto è il campo di San Maurizio.
Lo ritroverò forse nella calle strettissima che conduce alla Casa rossa? Il cuore mi trema. Una falda di nebbia mi striscia su la gota. Una frotta di ubriachi urla laggiù, in fondo al traghetto.