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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:452|3|0]]malinconia prese di continuo forza e ala dal discordo continuo fra la tua sensualità e la tua intelligenza, come puoi tu pensare di sopprimere in te il più attivo levame lirico della tua vita interna?»


Chi ha parlato così?

Mi tolgo la benda, mi levo sul letto; e crudelmente guardo quella striscia di sole che s’allunga laggiù a poco a poco su le miniature della parete, su i cuscini sbiaditi del sofà, sul delicato arpicordo.

Torna Melodia, in gonna larga di taffettà, alla tastiera d’ebano per ricantarmi la vecchia canzone di William Lawes? «O my Clarissa!»

Così scendeva il sole giusto e forte nella dolina contornata di pini grami sottomessi alla bora di Trieste.

C’era una baracca coperta di stuoie, per gli ufficiali della batteria.

In un tiro di sbarramento la batteria aveva fatto strage dei nostri.

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