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34 | notturno |
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Ho messo la bocca nella pienezza della morte. Il mio dolore s’è saziato nella bara come in una mangiatoia. Non ho poi potuto sopportare altro nutrimento.
Rivivo i giorni funebri, ora per ora, attimo per attimo. Con gli occhi bendati, cerco di vedere. Con la fronte che mi duole, cerco di comprendere.
Quel che è accaduto sembra iniquo.
La più dura necessità può apparir bella. Ma questo evento improvviso non ha altra bellezza se non questa che gli dà la mia passione.
Noi conoscevamo il pericolo a cui ci eravamo votati con una libertà che non si rivelava se non a noi stessi in qualche sorriso fugace. Sapevamo che la nostra impresa era disperata, e non desideravamo di sfuggire alla bella sorte.