< Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
502 | INDICE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:514|3|0]]
È venuto Umberto Cagni|||
Pag. 283
L’urgenza dell’intima forza mi slega.|||
» 287
L’ammiraglio mi parla dell’Isola Morosina|||
» 289
Marinai! Marinai!|||
» 294
Chi non teme la morte, non muore.|||
» 296
O mio Maggiora, dove sei?|||
» 299
Anche un altro avrebbe pianto, forse di più: Giovanni Federico, il marinaio della terra di mia madre,|||
» 300
Musiche incomparabili della guerra divina!|||
» 304
Quanta vita, quanta rossa vita è ancóra in me!|||
» 306
Tutto riarde. L’alba non ha più rugiade ma faville.|||
» 308
Il dèmone ha riacceso in fondo al mio occhio tutti i fuochi;|||
» 311
Cavalco attraverso le pinete già arse.|||
» 313
La moltitudine delle fiamme è schierata in campo,|||
» 317
L’Oceano risoffia le sue raffiche fra duna e duna gagliarde.|||
» 322
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.