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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:60|3|0]]prendere nella bottega dei Baretteri. Ci avviamo nel buio, malinconicamente. Manfredi racconta come ogni volta che Miraglia esce dalla trattoria su la fondamenta, batta il naso nel muro.

Dopo qualche attimo, cominciamo a vedere il chiarore della luna. Dal sottoportico sbocchiamo in Piazza, entriamo nell’incantesimo.

La luna è quasi piena. L’aria è fredda.

La Merceria s’abbuia, stretta e ingombra. Prima di giungere al ponte dei Baretteri, sentiamo il profumo animoso del caffè, come si sente in vicinanza di certi piccoli caffè arabi.

Saliamo i gradini, entriamo. La ragazza rossa sembra cercare con gli occhi Beppino, il compagno abituale, che non c’è.

Prendiamo il caffè in piedi. Alberto prende l’acqua di doppio cedro, che sembra esilararlo.

Nell’uscire, Manfredi e Renata van-

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