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notturno 51

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Comincio a scrivergli una lettera per pregarlo di telefonare a Sant’Andrea. La interrompo. Viene Renata.

Sono così angosciato e taciturno ch’ella mi domanda: «Che hai?» Non so rispondere.

Mancano pochi minuti a mezzogiorno. Il cielo è azzurro. Guardo le piante del giardino: il vento è debolissimo. Odo il rombo d’un velivolo che passa sul Canalazzo.

Perché tanta ombra mi s’addensa nel cuore? Sono malato?

Scendiamo per far colazione. Non parlo. Ho un pensiero fisso. Mangio macchinalmente.

Renata ha disposto i fiori nei vasi: rose rosse, giunchiglie, violette, garofani. Stasera viene a pranzo Beppino, secondo la promessa. Ella sorride. Saremo noi tre, secondo la dolce consuetudine.

Non ho nessuna voglia di andare a posare pel mio ritratto nello studio delle Zattere; ma Cinerina m’attende.

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