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58 notturno

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Passano la soglia, lo depongono nell’altra cameretta.

Mi alzo per andarlo a vedere. Mi chino su lui.

I ricordi della giornata di Trieste, le sue raccomandazioni per la pompa della benzina, la sua astuzia nei nascondere il ventunesimo sacchetto tricolore...

Sembra che dorma. Ha il viso composto, severo. Ha il suo vestito di pelle fosca.

Sembra un monaco che s’è beato nel transito. Quel suo viso maschio, quasi sempre lucido e grondante di sudore, con gli occhi chiari e arditi, con la fronte rada, col naso adunco, s’è pacificato e annobilito. Veramente riposa.

Rientro nella stanza attigua, e trovo il corpo del mio compagno ricoperto con la coltre nera dalla croce d’oro.

Il suo viso anche è coperto di garza.

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