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notturno 79

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:91|3|0]]d'un colpo il mio compagno, ma, per ischerno, ha levato dal fondo del mare un mattino di gloria. Il sole monta, con non so che insolito vigore, il quale forse sembra straordinario alla mia estrema stanchezza.

Rientro nella casa, rotto in mezzo alla schiena, curvo. Faccio chiudere le imposte.

Mi tolgo gli abiti che sono impregnati di morte. Il fazzoletto, che levo dalla tasca, ha l’odore dei fiori appassiti e della cera strutta.


Renata prepara un altro mazzo di rose. Vuol tornare con me laggiù a Sant’Anna.

Prendiamo una gondola.

Acqua azzurra, felicità dell’aria dorata, stormi di gabbiani che ridono del loro riso chioccio.

Approdiamo ai Giardini per camminare un poco.

Suolo duro e sonante. Alberi spogli e disperati. Se guardo i rami, mi

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