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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Ayala - Dizionario militare francese italiano.djvu{{padleft:317|3|0]]
Dell' anima: in secondo luogo per rendere la linea di mira meno divergente dall'asse del pezzo. La parte più eminente dicesi gioia (bourrelet).
TUNIQUE s. f. Tunica, tonaca, tonica, cioppa , sottana. Era una cotta d’armi portata sull’armadura del corpo. Facevasi di taffetà , corta , e molto larga. su cui ricamavansi e si disegnavano le armi , siccome usavano gli araldi.
TURME s.f. Torma, turma. Un membro dell’ ala della cavalleria legionaria romana , composto di trenta cavalli divisi in tre decurie comandate da tre decani. In processo di tempo la torma ebbe trentadue cavalli ed un sol comandante chiamato decurione. Anche gli eserciti greci al tempo degl’ imperadori d’ Oriente avevano la cavalleria spartita in torme, e chiamavano il comandante di essa con voce greco-latina tomarca.
TUYAU s. m. Canna , doccia , tubo , cannella , gola. Ma la gola è propriamente l’ apertura del fumaiuolo dalla cappa fino all’ alto.
TUYAU s. m. Anima. In quel modo i Francesi chiamarono anticamente l’anima (ame) delle artiglierie.
TUYÈRE s. f. Buccolare, bucolare , boccolare , ugello. Tubo di ferro fuso ed anche di rame in cui entra la canna di uno o due mantici, che porta il vento in una fornace o nel focolare di una fucina. Il boccolare delle fucine da campagna è sempre di ferro, ma fra noi le fucine di montagna se l'hanno di rame. Leggiamo intanto al dizionario di Bologna che il buccolare è l‘apertura della fornace in cui entra la canna (buse). A questa parola poi dicesi che il buccolare entra nella canna e porta il vento all’ugello e da questo al forno. L’ugello poi il definisce tubo di rame.
TURCOPOLIER s.m. Colui cui davasi il comandamento delle soldatesche dell‘ordine di Malta.
TYMBALIER s. m. V.TIMBALIER. UHLANS s. m. V.Oulans, Wllans.
ULTIMATUM s. m. Ultimatum. Vocabolo latino rimase in tutte le lingue per esprimere le ultime condizioni apposta ad un trattato , le quali si tengono irrevocabili.
UNIFORME s. m. Divisa . assiso. Vestimento militare di foggia e di colore distinto, onde sceverare i propri soldati da quelli di un altro stato e quelli di una milizia dall’ altra. Altre volte le divise non si facevano di tutto intero il vestimento ; ma solamente di qualche intrassegna sulla cappa o sul petto che lo distinguesse dagli altri. Nel 1522 soldati francesi e gl' imperiali sotto Milano erano distinti o so-pe’ Tedeschi , ed ambedue gli eserciti la portavano sul petto. Sul fine dello stesso secolo alcuni corpi scelti di milizia incominciarono a vestire un abito uniforme.
UNIR v. n. Addirizzare , appianare. agguagliare. Propriamente è ridurre a dirittura, pareggiare nella superficie qualunque lavoro, o parte componente il medesimo, che sia suscettivo di diminuzione o d'ingrossamento, storcersi. imbarcarsi e simili.
−À la façon des bois. Accomignolare. Commettere due o più pezzi di legno in modo che facciano angoli a guisa di tetti.
USTENSILES s. m. Utensili, attrezzi. Voce dell’uso generale d'Italia per significare quegli strumenti, arnesi e mobili, che vengono spesso ad uso nelle case, nelle offificine, e per lo più nelle cucine.
USURPATEUR s. m. Usurpatore. Colui il quale per violenza o per astuzia s’impadronisce di una dignità che non gli appartiene punto. VAGUEMESTRE s. m. Quartier mastro. Uffiziale che avea in cura la distribuzione de’ quartieri e degli alloggiamenti e la condotta del bagaglio di un reggimento. Nè è da confondersi col quartier mastro (quartier maître) , quell’ altro uffiziale particolarmente destinato sulle paghe de’ soldati e degli uffiziali d’un reggimento, mediante idonea cauzione data all’ erario del danaro , che gli viene a questo fine assegnato e rimesso. La quale cauzione vien oggi data dalla responsabilità del consiglio de l’amministrazione di un reggimento, ai cui membri è solo data l’ampia facoltà di sceglierlo. Ma la parola Vaguemestre è di origine tedesca , e significa maestro del carro.
VAIGRES s. m. Serrette. Tavole le quali compongono i bordi interni di un legno, applicate su i membri. Diconsi anche veringole, e fra’ veneziani verzelle.
VAINCRE v. a. Vincere. Ottenere il fine della guerra o della battaglia : restare al di sopra dell’ inimico ; averne vittoria.
VAINCRE LE SOLEIL. Vincere il sole. Ottenere il vantaggio del sole, e dicevasi dagli antichi Italiani di quel vantaggio che si cercava di acquistare nella battaglia coll‘ordinarsi in modo che le schiere non avessero il sole in faccia, occupando a quest’effetto un sito favorevole o discacciandone il nemico. Questo modo di dire durò pure ne‘duelli, ne’ quali i padrini erano soliti a dividere o partire il sole a’ combattenti , onde non v’avesse vantaggio da una parte sopra l’altra.