< Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

elegìe romane 135

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'annunzio - Elegie romane.djvu{{padleft:145|3|0]]


Quivi la morte sia. Ti vegga da lungi più grande
  22d’ogni più grande cosa il morituro e — Ave —

dica — o tu, Roma, tu dolce e tremenda! Ave, o Roma
  24unica, o dell’anima nostra unica patria!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.