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146 elegìe romane

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illuminando i cieli che in lei tendevano l’arco,
  38avida con rosee braccia abbracciando il mare.

Mise la donna un grido, stringendosi a me, con un lungo
  40brivido, come presa di vertigine.

Poi, reclinata il volto bianchissimo, parvemi in atto
  42di voluttà profonda bere la dolce luce.

— Oh, tutti i sogni miei per questo! — dicea lenta, quasi
  44ebra. — Infinito e pure intimo ne l’anima

come un divin segreto da te rivelato a me sola! —
  46Tacque; ed ancor la bocca parve bevesse luce.

Io che provai? Mi stava su’ l cuore un affanno ignorato.
  48L’anima ansando attese il rapimento in vano.

Pur intendea confuse parole — Quale ombra ti copre?
  50Quale altro oscuro mondo occupa gli occhi tuoi?

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