< Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.


Libro, tu Roma nostra vedrai. Ti manda a la grande
  2Madre colui che molto l’ama, che sempre l’ama.

Recale tu il dolente amore e il desío che distrugge
  4l’esule, e il van rimpianto, ahi, del perduto bene.

Io non tentai nel verso esprimere l’alta bellezza.
  6Troppo ella è grande e troppo umile è il verso mio.

Sol chiusi in te, o Libro, de l’anima mia qualche parte.
  8Va senza gioja. Quasi cenere fredda rechi!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.