< Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
elegìe romane | 39 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'annunzio - Elegie romane.djvu{{padleft:49|3|0]]
III.
Deh nel mattin recante gran fior di rugiade novelle,
64quando improvvisa apparve l’esule dea tra’ rami,
deh come tutte d’intimo ardor palpitarono l’acque
66poi che sentìan l’antica divinità redire!
Fulserò i tronchi allora con lume di puri diaspri;
68ebbero allor le foglie de l’adamante i fuochi.
Quivi il pastore biondo bellissimo Endimione
70Trivïa seco addusse; quivi prigion lui tiene.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.