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66 | elegìe romane |
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Io la guardai. La mano bianchissima parvemi esangue,
8parvemi cosa morta. Morta la cara mano
che tanti al capo sogni di gloria mi cinse, che tanti
10sparsemi di dolcezza brividi ne le vene!
Soli restammo. Un fonte gemea roco a piè d’una loggia:
12alto salìa l’antico feudo chigiano al cielo.
Erano sparsi fumi pe 'l ciel come candidi velli.
14Entro correavi un riso tenue d’oro; e i nudi
vertici de la selva parean vaporare in quell’oro;
16eran le felci al sommo èsili fiamme d’oro.
Ella tacea, guardando. Ma, tutta nelli occhi, la grave
18anima dolorosa queste dicea parole.
— Dunque nell’alta selva, che udisti cantar su ’l mio capo,
20seppellirai tu, senza pianto, il tuo grande amore?