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sul campo 123

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu{{padleft:133|3|0]] cose, ed entri utile e rispettabile nella Camera; me se io avrò in quel tempo l’onore di sedervi, non militerò mai con esso...

Applausi scoppiarono qua e là, non caldi, non unanimi; l’amico incognito rimase zitto.

«... fino a che, almeno, trasformatosi di partito essenzialmente religioso in partito essenzialmente civile, non modifichi profondamente le proprie vedute sui diritti e le funzioni dello Stato.

«È evidente, signori, che scrivendo una lettera familiare, io ho potuto non servirmi dei termini più esatti e propri.

A questo punto un sussurro si levò nella sala, una specie di «finalmente!» diluito nella soddisfazione. Cortis s’interruppe.

«No» diss’egli, «io non ripudio una sola di quelle parole, ma è certo che avrei potuto chiarire il mio concetto con maggior precisione, come cercherò di fare in questo momento.

«Oggi siete voi, signori elettori della vecchia legge, che avete in pugno un grande potere dello Stato, ma si sta già predicando il Nuovo Testamento e domani ne farete parte evangelicamente alle turbe. È una ingiuriosa follìa di credere che questi nuovi elettori vorranno subito mettere le mani su qualche cosa e che il paese andrà a soqquadro; ma è pure una follìa il non riconoscere che si sarà fatto, non un salto nel buio, ma un lungo passo avanti nella chiara e fatale via della evoluzione democratica, e che le nuove moltitudini elettorali saranno inclinate a procacciarsi un utile diretto con la loro partecipazione al Governo, a promuovere un’azione legislativa, esagerata ed improvvida, esclusivamente a loro favore. Io non ne

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