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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu{{padleft:16|3|0]] pompa e dell’acqua. A momenti ne vien giusto giù un diluvio.

«Credete, sì?

«Oh sì, contessa.

«Non vi pare che si alzi un poco il tempo?

«Non vedo, contessa.

«Avete guardato bene?

«Contessa sì.

«E non vedete?

«Contessa no.

«Santo diavolo, che contessamento in questo paese!» borbottò fra i denti il senatore, curvo sul biliardo, provando e riprovando il colpo con gli occhi alla palla avversaria.

«L’uso, barone» osservò sommessamente Perlotti, ritto in faccia a lui.

«Via, che gli elettori vi aspettano» disse piano la contessa Tarquinia a Grigiolo, e lo spinse via con le mani, perchè quegli, seccato, non ci voleva andare, preferiva la compagnia delle signore alla sua missione elettorale. Poi la contessa si volse al gruppo e disse:

«Scommetto che questo tempo non fa nulla...

E subito le voci ossequiose: «Direi anch’io, contessa. — Pare di no, contessa. — Non fa niente, nopo.

Nello stesso tempo il fragor del tuono empí la sala, tutti i vetri suonarono.

«Ohe!» esclamò il senatore, buttando la stecca sul biliardo.

«Gesummaria!» disse la contessa. «Le finestre! Le finestre di sopra!

E corse al campanello.

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