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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu{{padleft:178|3|0]] Non ti posso dire i buoni pensieri che mi vengono; sarei persin capace, forse, di salutar tua madre e tuo zio se m’incontrassi con loro. Bisogna volermi bene, bella mia.

Si chinò rapido su lei per un bacio, ch’ella ebbe, voltandosi, sui capelli.

«Va via» disse, «chiudi le imposte, lasciami quieta!

«Cosa c’è?» fremette suo marito impaziente.

«Ho la febbre.

Egli credette che mentisse, ebbe un lampo d’ira negli occhi e le afferrò il polso.

Si venne mutando in viso, e finì con gittar sul letto quella bianca mano inerte, dicendo:

«Lo fai per dispetto? Oggi avevo anche invitato gente a pranzo.

«Va bene. È febbre romana. Stasera non l’avrò.

«Febbre romana?» esclamò il barone aggrottando le sopracciglia. «Faccio venire un medico.

«Non occorre. So io cosa ci vuole subito subito.

«Cosa?

Elena girò il viso verso di lui.

«Sicilia» diss’ella.



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