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274 | daniele cortis |
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«Mi meraviglio...
In faccia a lei la signora Cortis, pure in piedi, e con due fiamme nere d’occhi, ma pallida, alzava il braccio incontro a sua cognata, come per arrestarne le parole, per respingerle ancora in aria, e parlar lei, appena fosse possibile, subito.
Lao si fermò sulla soglia.
«Mi meraviglio» riprese la contessa, «e ho molto piacere che mio cognato senta, mi meraviglio del suo coraggio.
A questo punto la Cortis le volse le spalle, andò incontro a Lao.
«Il signor conte Ladislao» diss’ella timidamente, «se non isbaglio?
Lao s’inchinò appena e rispose: «Per servirla.
«Oh signor conte!» soggiunse lei. «Ella si deve ricordar di me e io mi ricordo ch’ella aveva un gran cuore; mi appello a lei.
«A me?
Lao fece un passo indietro e aperse la porta, dicendo:
«Allora venga al mio tribunale.
La signora vacillò un momento, si turbò.
«No» disse «non posso uscire da questa camera senza una promessa.
«Che promessa?» esclamò sdegnosamente la contessa Tarquinia. «Che promessa?
«Hohoh!» fece Lao.
«Sentiamo» disse il conte. «Non s’è appellata a me la signora? Se non vuole uscire, terremo il giudizio qui.
Fe’ un cenno del capo alla contessa Tarquinia, che