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occulto dramma 345

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«Ah contessa, Pergolese è una gran cosa, ma quei casonsèi!

«Del resto» continuò Lao sottovoce «è combinato tutto come si desiderava. C’è solo questo di nuovo, che non va più in America.

Elena gli afferrò un braccio, gli piantò gli occhi in viso.

«Non ha dei conoscenti a Yokohama?» disse Lao.

Elena lasciò il suo braccio, non rispose, benchè sapesse perfettamente che dei lontani parenti di suo marito, inglesi, avevano una casa di commercio a Yokohama.

«Non lo sai, tu?» continuò l’altro. «Pare che ne abbia. Almeno lo ha detto lui all’avvocato chiedendogli questo cambiamento. Non so, pare che qualcheduno di costoro sia a Roma, che gli abbia fatto delle proposte. Avrà forse un collocamento. Così sarai più contenta anche tu.

«Oh sì, sì» diss’ella.

Non v’era nell’ampia sala che una macchia di viva luce sul panno verde del biliardo, sui birilli, sulle bianche palle brillanti. Tutto il resto era penombra ed Elena vi si sentì più coraggio per una domanda non sincera:

«È già partito?

«No, no. Almeno non credo; perchè io ho lasciato Roma da cinque giorni e vengo da Bergamo, ora. Mi occorrevano danari, capisci, e li ho trovati a Bergamo. Ma no, non è partito certo. Bisognerà tuttavia che parta presto perchè l’avvocato ha trattato, sì, con tutti i creditori, ma non fa pagamenti se lui non è via. Pare poi che lui, almeno finora, non abbia capito per chi l’avvocato agisca. Pare che

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