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le idee di daniele cortis 37

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«Come, neanche?

Grigiolo si morse la lingua. Aveva pensato: portare un matto simile che non è neanche moderato!

«Ah niente» rispose. «Dicevo...» Ma Cortis non si curò di ascoltarlo, gli ruppe la parola.

«Io mi trovo però in condizioni» diss’egli «di potere onestamente accettare l’appoggio dell’Associazione.

«Cosa comoda» pensò Grigiolo.

«Noti» continuò l’altro «che siccome in politica bisogna riuscire, e siccome io non ho la ipocrita vanità della modestia, così lavoro io stesso come ogni probo cittadino lo può, per la mia elezione; e l’appoggio di alcuni gentiluomini lontani, se aiuta molto il mio cuore, aiuta poco il mio successo.

Il dottor Grigiolo, piccato, si alzò.

«Oh Dio» diss’egli «se Ella crede...

«No, no, no» lo interruppe Cortis «si accomodi, si accomodi. Adesso prendiamo il caffè.

Entrava allora il servitore portando un vassoio carico di due tazze enormi.

«Grazie» disse Grigiolo spaventato «La prego a dispensarmi. Non dormo.

«Quello che ci vuole, caro Lei, non dormire!

«Eh sì signore, capisco. No, grazie, proprio.

Cortis mandò via il domestico, si versò un mare di caffè e ricominciò a parlare con la tazza nella destra e la sottocoppa nella sinistra.

«Non è mica un torto che vi faccio. Io considero una grande umiliazione questa che per entrare con forza nella vita pubblica bisogna strisciare sotto una porta così bassa: il patriottismo e la sapienza politica degli elettori. Io vi lodo di non saper nè voler

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