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le idee di daniele cortis 39

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Cortis vuotò e posò la tazza, e ripigliò con voce concitata il discorso di prima.

«Per i miei elettori sono il deputato provinciale Cortis; per voialtri sono Daniele Cortis che ha scritto sul bimetallismo e sulla pluralità delle banche; e sono poi anche il consigliere provinciale Cortis che ha votato con i vostri amici, quando gli altri vollero fare della politica nella nomina dell’ufficio di presidenza. Questo vi deve bastare. Programma non ne faccio; non è ancora l’ora mia. Bada Lei a quei quattro chiacchieroni di stasera? Non mi si conosce? Non si sa come la penso? Mi si darà il voto egualmente, stia tranquillo; e in ogni caso possiamo bene fare a meno degli uomini politici... di... e di... Dunque appoggiatemi perchè, se non altro, io sono un gentiluomo, e il mio avversario è un farabutto; ma non aspettatevi adesioni da me. Vi ripeto poi lealmente: se io rifiuto di aderire in pubblico alle idee della Costituzionale, non è per conservarmi l’appoggio di un potente; è perchè quelle idee non sono le mie.

«Chi sa che razza d’idee ha costui» pensò Grigiolo; «chi sa che razza di deputato vien fuori!

Gli venne in mente che i suoi amici dell’Associazione potrebbero rimproverargli di non aver saputo apprezzare l’importanza del colloquio e costringere Cortis a spiegarsi un po’ meglio.

«Senta» diss’egli «queste idee sono proprio tanto tanto distanti?...

«Altro, mio caro!» rispose sottovoce Cortis, tenendo le braccia incrociate sul petto e alzando le sopracciglia.

«Aspetti!» diss’egli.

Diede una strappata al cordone che pendeva presso

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