Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu{{padleft:69|3|0]]
CAPITOLO IV.
Per lui, per lui!
Malcanton e il conte Perlotti vennero a fermarsi sotto la finestra d’Elena per picchiare alle imposte chiuse dal dottor Grigiolo che dormiva a pian terreno. Elena si trasse dentro con un atto risoluto, si mise il cappello e i guanti, andò da sua madre che dormiva ancora, e le annunciò senza molti preamboli che doveva partire la stessa sera. La contessa pensò subito ai danari che suo genero voleva, si spaventò all’idea di una scena proprio in quel giorno, con la casa piena d’ospiti. Figurarsi Lao col suo temperamento! Maledisse i soldi e la gente vulcanica. «Anche tu, benedetta» diss’ella «non parlar mai, non metterti di mezzo, che tuo zio fa tutto quello che vuoi!» Le raccontò degli spasimi che soffriva da quindici giorni, fra le torture di suo genero e le strapazzate di suo cognato.
«E tu che non volevi mai sentirne a parlare!
Elena la interruppe, le disse ch’era accomodato tutto, e, senz’altre spiegazioni, le chiese di permettere che la sua cameriera le allestisse i bagagli.
«Accomodato tutto? Ma che? Ma come?» La contessa Tarquinia, fuori di sè dallo stupore, non potè cavar nulla di più chiaro da sua figlia, che l’abbracciò pregandola di non crucciarsi più, di non