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68 daniele cortis

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu{{padleft:78|3|0]] amor proprio, bisogna che la mamma creda tutto accomodato secondo il desiderio di lui!

«E lui, poi, come si è deciso a non domandar più niente?

«Questo non te lo posso dire.

Il conte Lao tacque e guardò sua nipote in modo ch’ella arrossì.

«Basta» diss’egli finalmente. «E, dopo Roma, che piani hai?

Non le piacque ch’egli troncasse il discorso così. Temeva in lui un sospetto, ma non osò chiarirsene. Parlarono di quel che sarebbe stato di loro fino all’ottobre quando Elena era solita ritornare in famiglia per un mese. Una nuova freddezza era entrata in essi; discorrevano senza guardarsi, senza rammarico nella voce, nè desiderio; e tacquero presto, malcontenti l’uno dell’altro.

«Quanto mai diavolo voleva tuo marito?» uscì improvvisamente a dire il conte Lao.

«Non lo so» rispose Elena senza sorpresa, come se avesse veduti fin da prima i pensieri di suo zio. «Un quindicimila lire, credo.»

Ell’aperse il cassetto del tavolino che sta davanti al divano, vi prese una matita e scrisse sotto una fila di altre date: «29 giugno 1881?» Da molti e molti anni ell’aveva sempre segnato là dentro i giorni dei suoi arrivi e delle sue partenze. Stavolta aggiunse alla data un punto interrogativo e chiuse il cassetto.

«Cos’hai fatto?» le chiese il conte Lao.

«Prendi moglie, zio» diss’ella.

«Stupida!

Uscirono, con questa parola, dal freddo imbarazzo

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