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il figlio del reggimento. 123

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - La vita militare.djvu{{padleft:131|3|0]]passi fuor della tenda; un altro grido più lontano; un terzo più presso: dieci, cento, mille voci prorompono come di concerto da tutte le parti del campo, e s’ode un rumor diffuso di passi concitati. Che è questo? Ci slanciamo fuor della tenda. Oh che magnifico spettacolo! Tutto il reggimento affollato correva di rapidissima corsa verso la strada di Goito; e non solamente il nostro, ma quel che avevamo a destra, e quello di sinistra, e gli altri più lontani, tutti volavano verso la strada colla furia d’un assalto. Guardai in faccia ai soldati; eran faccie mutate, convulse, radianti; e mandavano alte grida di gioia, e fragorosi e prolungati scoppi di battimani si elevavano al cielo da tutte le parti del campo. Volammo verso la strada; passarono due carabinieri a cavallo colle sciabole nude; apparì una carrozza...; tutte le teste si scoprirono, tutte le braccia si sollevarono, un solo e poderosissimo grido proruppe dalle mille bocche della moltitudine accalcata; la carrozza passò; i soldati se ne tornarono.... Ma il campo mutò aspetto improvvisamente; si riaccese in tutti la speranza e la fede; nessuno rientrò nelle tende; in ogni angolo del campo si levò e durò fino a sera uno strepito pieno di gaiezza e di vita; le bande risonarono le note marcie, vecchie e care compagne dei nostri entusiasmi, e il nostro cuore risentì per un momento i divini palpiti di due giorni prima. — Oh si combatterà ancora! noi dicevamo; si combatterà ancora!

— Chi c’era in quella carrozza? — domandò Carluccio con viva curiosità.

— Il Re. —

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