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130 | il figlio del reggimento. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - La vita militare.djvu{{padleft:138|3|0]]moroso scoppio di risa; il sole era scomparso, e la brezza alitava fresca più che mai.
Ahi! da questa contrada
Che in noi si affida e spera
Ahi! non la nostra spada,
Non l’italo valor,
Ma una virtù straniera
Caccierà l’oppressor!
E il coro:
Quanto è mesta la sera
Con tal presagio in cor!
E i baccanti:
Che squisito barbèra!
Che spuma! Che color!
Questi due ultimi versi furon cantati con meno vivezza degli altri. Che la solitudine del luogo, e il morire del giorno, e la vista di Venezia che si andava popolando di lumi cominciasse a mettere un po’ di malinconia anche nel cuore dei baccanti?
O madre, sul tuo seno
Vorrei chinar la testa,
E sciorre al pianto il freno,
E infonder nel tuo cor
Questa dolcezza mesta
Che mi sembra dolor.
E il coro:
Vorrei chinar la testa
Di mia madre sul cor.
E due voci dell’altro gruppo:
Non mi romper la testa,
Fammi questo favor.
Gli altri non risero più. Fu ripetuta altre due volte