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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - La vita militare.djvu{{padleft:213|3|0]]alla camera due bauli aperti, in cui il soldato avea cominciato a riporre la roba.
Carmela, al primo vedere tutto quel disordine, fece un leggero atto di sorpresa e guardò in viso l’ufficiale sorridendo.
— Preparo la mia roba per partire. —
Carmela guardò un’altra volta intorno per la stanza aggrottando le sopracciglia; movimento che non soleva far mai. L’ufficiale la osservava attento.
— Me ne vado via, vado lontano di qui, parto col bastimento a vapore....
— Parti col bastimento a vapore?
— Già.... Parto domani sera.
— Domani sera, — ripetè macchinalmente Carmela, e vista la chitarra sur una seggiola, ne toccò le corde con un dito e le fece sonare.
— Non ti rincresce ch’io vada via? Non ti dispiace di non vedermi mai più? —
Carmela lo guardò fisso negli occhi, e poi abbassò la testa e lo sguardo proprio come se pensasse. L’ufficiale non aggiunse altro e si mise a parlar sotto voce col soldato, aiutandolo a piegare i vestiti.
La fanciulla sta va guardandoli senza far motto. Dopo un po’ di tempo, l’ufficiale le andò vicino e le disse:
— Adesso vattene, Carmela; ci sei stata abbastanza qui; vattene a casa, via. —
E pigliatala pel braccio la sospinse dolcemente verso la porta. Essa si voltò e stese le braccia per cingergli il collo....
— Non voglio. —
Carmela battè due o tre volte il piede sul pavimento,, gemette, stese nuovamente le braccia, gli cinse il collo, gli strisciò la bocca a traverso la guancia senza baciargliela, come se pensasse a qualcos’altro, e poi se n’andò