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il mutilato. 271

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - La vita militare.djvu{{padleft:279|3|0]]occasioni, e sulle rastrelliere, e nelle inferriate delle finestre, e attorno ai quadretti, e al di sopra delle porte, a disporre e a legar frasche e mazzetti di fiori campestri. Così che al primo apparir del sole, quella casa era netta, nitida e odorosa come un giardino; l’aia liscia e pulita come una lastra di marmo; non una foglia o un fuscello, chi lo avesse cercato un’ora. — E non si poteva far di meno, via, per ricevere come si deve un soldato che torna dalla guerra, e torna ferito! — Così, poichè ebbero finito di lavorare, diceva la buona vecchia all’altre donne, passando di stanza in stanza, ed indicando loro con compiacenza il bell’ordine e la nettezza di tutte le cose. — Sicuro! — risposero l’altre.

E uscirono sull’aia. La madre restò; chiamò per nome la fanciulla, che accorse tosto salterellando; la prese per una mano, la condusse nella sua stanza, e quivi, sospingendola dolcemente dinanzi a uno specchietto: — guardati, — le disse, — ti si è sciupata la divisa. — Dio mio! — esclamò la giovinetta facendo un viso tutto crucciato, — o come mai? — Spenzolano frasche da tutte le parti, — rispose la vecchia, — e tu corri di qua e di là come una pazzerella senza badare a chinar la testa.... Siediti. — E la giovinetta sedette, e la mamma le si fece dietro, e le sciolse le trecce, e le ravviò i capelli, e poi stringendoglieli tutti con una mano per tenerli ben tesi e potervi segnare coll’altra la dirizzatura, le faceva scherzosamente chinar la testa all’indietro abbassando il pugno a grado a grado, e le serrava fra il pollice e l’indice il mento o stuzzicavale con un dito la fontanella della gola, per cui ella si scontorcea sulla seggiola con quel riso convulso dei ragazzi solleticati. Le rifece le trecce, vi riappuntò le forcine, le fe’ scorrere due o tre volte sui capelli le mani aperte e tese perchè riuscissero ben lisci e lucidi, e poi,

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