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400 | partenza e ritorno. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - La vita militare.djvu{{padleft:408|3|0]]se no addio disciplina. — La vedremo, — dico, — vedremo se riusciranno più a intenerirmelo questo core di sasso. — E cammino duro, con un cipiglio da metter paura, sicuro della vittoria. Ed eccotene subito uno: — Tenente, glielo porto io il cappotto? — Ed io brusco: — No. — Lei è stanco. — No. — Si! — Come! Stiamo a vedere che ho da essere stanco quando vuoi tu! Al posto. — Ne viene un altro con una borraccia: — Tenente, questa è fresca. — Non ne ho voglia. — Assaggi. — Non assaggio. — Una goccia, e vedrà. — Nemmeno una goccia. — Ed egli mi mette la borraccia sotto il mento: — Vedrà che è fresca. — So bere da me. — Piglio la borraccia, m’inumidisco la bocca e gliela ridò. — Tenente! — Cosa? — Lei non ha bevuto. — Ho bevuto. — Ma se c’è ancor tutta! — e scuote la borraccia. — Oh insomma! la volete capire che sono stanco e stufo che non ne posso più? Andate al vostro posto, subito, di corsa, o vi faccio mettere alla guardia del campo per quindici giorni.... Che modo è questo? — Impostore! — mi ripete la solita voce. — È vero, io rispondo un’altra volta, e smetto. — Oggi il signor tenente è di malumore! — dicono i soldati. — No, no — io rispondo sollecitamente tra me; — no, razza di bricconi. —
Risposta: — Io lo dico spesso con tua sorella Erminia: Alberto se l’è proprio conservato tutto, tal’e quale, il cuore che aveva da fanciullo. Non dico che sia merito mio; ma però....
La divisione è partita da Ferrara alla volta di Padova.
Monselice.... luglio.
Trista cosa marciar colla pioggia. Era già notte, eravamo ancora lontani quattro miglia da Rovigo, e cominciò a piovere a catinelle. In pochi minuti mi trovai