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UNA MORTE SUL CAMPO.
Le artiglierie, sul campo di battaglia, presentano uno spettacolo che fa ad un tempo meraviglia e terrore.
Il vedere quel lungo convoglio di cavalli, di cannoni e di carri muoversi, ad un cenno, dall’uno all’altro capo, e con tremendo frastuono lanciarsi di carriera, attraversare campi, strade, vigneti, salendo, scendendo, svoltando con rapidissimi serpeggiamenti; — e nella corsa impetuosa superare argini, saltar fossi, rovesciare e schiacciare siepi e piante e solchi, e ravvolto in un turbine di polvere e di sassi dileguarsi tra gli alberi lontani; — e indi a pochi minuti vederlo apparire in cima a una collina, e in un istante rompersi, dividersi, schierarsi, levare al cielo una immensa nuvola ed empiere di alti rimbombi tutte le valli d’intorno; — e ad ogni colpo veder quelle bocche formidabili retrocedere come atterrite del proprio grido, e lontano lontano rovinar case, alberi spezzarsi, e schiere compatte di nemici rompersi e disseminarsi per la campagna; — gli è davvero uno spettacolo che meraviglia e atterrisce.
Dal sentimento della potenza meravigliosa e terribile delle proprie armi, il soldato d’artiglieria trae quel suo carattere particolare di gravità e di alterezza, che non gli si scompagna mai dall’animo nè dall’aspetto,