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karia-el-abbassi | 191 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:201|3|0]] vano appena la forza di reggersi in piedi e di tener su il braccio per coprirsi il viso col caic; fra le quali una giovane, che gemeva da metter compassione, non lasciando vedere che un occhio azzurro velato dalle lagrime. Capii che cercavano il medico e accennai dove dovevano andare. Una di esse, spiegando la parola col gesto, mi domandò se si pagava. Risposi di no. Allora s’avviarono vacillando verso la tenda del medico. Volli assistere al consulto. — Che cosa vi sentite? — domandò il signor Miguerez, in arabo, alla prima che si presentò. — Un gran dolore qui, — rispose, indicando una spalla. — Che cosa ci avete? — (Non ricordo che cosa abbia risposto). — Bisogna ch’io ci veda, — disse il medico; scopritevi un momento. — La donna non si mosse. Ecco il gran punto! Ho una cosa qui, più sotto, più sopra, di qua, di là; ma nessuna, nemmeno una vecchia nonagenaria, vuol lasciarsi vedere, e tutte pretendono che il medico indovini. — Insomma, volete o non volete scoprirvi? ridomandò il Miguerez. — La donna non si mosse. — Quand’è così, vediamo le altre. — E interrogò le altre, mentre quella si allontanava tutta malinconica. Le altre non avevano bisogno di scoprirsi; il medico distribuì loro delle pillole e delle polveri, e le mandò con Dio. Povere creature! Nessuna