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BENI-HASSEN
Per più d’un’ora, si camminò in mezzo a campi d’orzo altissimo, dai quali usciva qua e là una tenda nera, una testa di cammello, un nuvolo di fumo. Per i sentieri dove passavamo, correvano scorpioni, biscie e lucertole. Il sole, in quel poco tempo, ci aveva infocate le selle per modo che quasi non vi si poteva tener sopra la mano. La luce ci offendeva gli occhi, il polverìo ci soffocava, tutti tacevano. La pianura che ci si stendeva dinanzi come un oceano mi dava non so che sgomento, come se la carovana dovesse camminare eternamente. Ma la curiosità di veder da vicino quei fieri Beni-Hassen, di cui avevo tanto inteso parlare, mi rianimava. — Che gente sono? — domandai a un interprete. — Ladri e assassini —
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