< Pagina:De Amicis - Marocco.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
226 sidi-hassem

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:236|3|0]]

Un momento dopo, un’altra osservazione, un’altra risata.

— Dice che la divisa dei capelli che lei ha sulla nuca è la strada dove i pidocchi fanno il lab el barod.

Una terza osservazione, un terzo scoppio di risa.

— Dice che son curiosi questi cristiani, che per l’ambizione di parere alti di statura, si mettono un vaso sulla testa e due puntelli sotto le calcagna....

In quel punto un cane dell’accampamento venne a accovacciarsi ai nostri piedi.

Una quarta osservazione, e questa volta una risata sgangherata.

— Questa è forte! — disse il Morteo. — Dice che questo cane è venuto ad accovacciarsi vicino agli altri cani.... Ora li accomodo io.

Così dicendo, si voltò indietro bruscamente e disse qualche parola araba in tuono di minaccia.

Fu un colpo di fulmine. In un momento non se ne vide più uno.

Ma, povera gente, siamo giusti! Lasciando da parte le cariche dei pidocchi e la fratellanza coi cani, non avevan ragione di pensare di noi quello che pensavamo noi stessi, paragonandoci con loro? Dieci volte il giorno, mentre ci scorazzavano intorno quei superbi cavalieri, ci di-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.