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ZEGUTA


Si partì per Zeguta, di buon mattino, tutti rallegrati dal pensiero che quel giorno si sarebbero viste da lontano le montagne di Fez. Spirava un fresco d’autunno, e una leggera nebbia velava la campagna. Una folla d’arabi imbacuccati nelle cappe ci facevano ala all’uscita dell’accampamento; i soldati della scorta, tutti infreddoliti, ci seguivano stretti in un gruppo; i bambini dei duar ci guardavano cogli occhi pieni di sonno di dietro alle siepi e alle tende. Ma dopo pochi minuti brillò il sole, i curiosi accorsero, i cavalieri si sparpagliarono, l’aria risuonò di fucilate e di grida, tutto pigliò colore, anima e luce, e immediatamente, come suol accadere in quei paesi, succedette al fresco autunnale l’ardore dell’estate.

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