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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:330|3|0]] tro feste dell’Islamismo e in occasione d’ogni nascita e d’ogni matrimonio della famiglia imperiale. Ed era anche peggiore la loro condizione prima del Sultano Ald-er-Rhaman, il quale impedì almeno che si spargesse il loro sangue. Nè, anche volendo, potrebbero i Sultani migliorarne gran fatto lo stato, senza esporre quegli infelici a mali peggiori della orribile schiavitù che li schiaccia, tanto è fanatico e feroce contro di loro l’odio dei Mori. Esempio l’Imperatore Solimano, il quale, avendo decretato che potessero portar le babbuccie, ne furono uccisi tanti, in pieno giorno, per le strade di Fez, ch’essi medesimi domandarono, per salvarsi dalla strage, la revocazione del decreto. Rimangono nondimeno nel paese, e perchè ci arricchiscono, servendo d’intermediarii fra il commercio d’Europa e il commercio dell’Affrica; e perchè il Governo, comprendendo di quale importanza essi sono per la prosperità dello Stato, oppone una barriera quasi insormontabile all’emigrazione, proibendo ad ogni donna ebrea l’uscita dal Marocco. Servono, tremano e strisciano nella polvere; ma non darebbero, per acquistar la dignità d’uomini e la libertà di cittadini, il mucchio di monete d’oro che tengon nascoste nelle pareti delle loro luride case.
In Fez sono intorno a otto mila, divisi per