Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
356 | fez |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:366|3|0]] Non c’è altro Dio che Dio e Maometto è il il suo profeta! — Voltandosi poi verso il carnefice, si tolse la cintura e gliela porse dicendo: — Prendete! Ma per l’amor di Dio tagliatemi la testa più presto di quello che avete fatto al mio fratello. — Si distese per terra, nel sangue, e il carnefice gli mise il ginocchio sul petto.
— Un contrordine! fermate! — gridò l’inglese.
Un cavaliere s’avanzava a briglia sciolta.
Il carnefice tenne il coltello sospeso.
— Non è che il figliuolo del Governatore, — disse un soldato. — Egli viene a vedere l’esecuzione. Aspettatelo.
Così era infatti.
Poco dopo le due teste sanguinose pendevano dalle mani dei soldati.
Le porte della città furono aperte e ne uscì una turba di ragazzi che prese il carnefice a sassate e lo inseguì fino a tre miglia dalla città, dove cadde svenuto, tutto coperto di ferite. Il giorno dopo si seppe che era stato ucciso con una fucilata da un parente d’una delle vittime, e sotterrato nel luogo stesso dov’era caduto. Pare che le Autorità di Tangeri non giudicassero opportuno di occuparsi di questo fatto, perche l’uccisore tornò in città e non fu molestato.