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fez 369

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:379|3|0]] benchè, in giusta regola, debbano essere due denti incisivi. L’inglese si rifiuta per gl’incisivi, pei canini e pei molari; e il Caid è costretto a rimandare definitivamente la vecchia, ordinando alle guardie di non lasciarle più metter piede nella Casba. — Sta bene; — dice essa; — poichè qua non vi son più che mussulmani degenerati, poichè si rifiuta la giustizia a una mussulmana, madre di sceriffi, contro un cane d’infedele, andrò a trovare il Sultano, e vedrò se il principe dei credenti rinnega anche lui la legge del profeta. — Fedele alla sua parola, si mette in cammino, sola, con un amuleto in seno, un bastone in mano e una bisaccia a tracolla, e fa a piedi le cento leghe che separano Mogador dalla città sacra dell’Impero. Arrivata a Fez, chiede un’udienza al Sultano, gli si presenta, gli espone il suo caso e domanda, giusta il diritto che le accorda il Corano, l’applicazione della legge del taglione. Il Sultano la esorta a perdonare: essa insiste. Le dicono le difficoltà gravissime che si oppongono alla soddisfazione della sua domanda: — che il Console d’Inghilterra negherà il suo consenso, che il governo si troverà impicciato in una quistione grave, che non si può, per una cagione così futile, mettere a repentaglio la pace dell’Impero e turbare la buona amicizia che lega il Governo

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