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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Marocco.djvu{{padleft:96|3|0]] meno che si può; — se poi il cannone se ne immischia, cedere, ma non prima del momento supremo. Ma convien dire che dopo la guerra di Spagna, e particolarmente sotto il regno di Mulei-el-Hassen, le cose son molto cangiate.
Salimmo alla Casba, dov’è la casa del ministro. Una schiera di soldati faceva ala davanti alla porta. Si attraversò un giardino, e s’entrò in una sala spaziosa, dove vennero incontro all’Incaricato d’affari il ministro degli esteri e il governatore di Tangeri.
In fondo alla sala v’era un alcova con un sofà e alcune seggiole; in un angolo un letto modestissimo; sotto il letto, un servizio da caffè; le pareti bianche e nude; il pavimento coperto di stuoie.
Sedemmo nell’alcova.
I due personaggi che ci stavano davanti formavano tra loro un contrasto ammirabile. L’uno, Sidi-Bargas, il ministro, era un bel vecchio, colla barba bianca, la carnagione chiara, due occhi d’una vivacità indescrivibile e una gran bocca, sempre sorridente, che lasciava vedere due file di grossi denti bianchi come l’avorio; un viso che rivelava a primo aspetto l’astuzia finissima e l’indole meravigliosamente pieghevole richiesta dalla natura del suo ministero. Gli occhiali, la tabacchiera, certi movimenti cerimoniosi del capo e della mano, gli