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rancori e amori | 115 |
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L’enigma della vita
Là sotto ondeggia e mormora...
Di chi son questi versi? Ah! il mio buon Panzacchi! Che farà ora? E qui ci si presenta la visione d’una serata festosa del Circolo degli artisti di Torino, come un gran cerchio luminoso che corra sul mare col piroscafo, e in cui girano, brillano cento visi conosciuti, e par di sentire le risa e le voci. Poi, a un tratto, si spegne. Lampi, sogni, tutte le amicizie, tutte le gioie, tutte le opere umane: la realtà eterna non è che questa formidabile massa d’acqua che fascia quattro quinti della terra, e questa terra, questa testa spaventosa, col cocuzzolo di ghiaccio e il cervello di fuoco, che fugge urlando e piangendo nell’infinito. Oh mistero! Prodigio! Se si potesse restar qui, in un’isola, per secoli e secoli, con la fronte nelle mani, a pensare, pensare, pur di riuscire a comprendere una volta, anche per la durata d’un lampo!
Duu! Cinqu! Vott! Tucc! — Mi riscossero queste grida d’un gruppo d’emigranti lombardi che giocavano ogni sera alla mora sul castello centrale. A quell’ora, nel salone di sotto, si gio