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rancori e amori | 119 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:123|3|0]] buon diavolaccio, mentre guardava giù per la scala del dormitorio, si leggeva un sentimento di pietà per tutta quella miseria, e fors’anche per tutti quei desideri che aveva cacciati là sotto “d’ordine superiore„. — È un duro dovere, eh? — gli dissi, per attaccare discorso, e sentire una delle sue sentenze filosofiche. Egli mi guardò in viso, alzando un po’ la lanterna, e, dopo un momento di riflessione, disse sentenziosamente: — Quando un ommo si trova nella posizione che mi trovo mi, di giudicare il mondo com’è che si presenta a bordo, poveri e scignori, e le cose che succedono in mare, da ridere e da piangere, tanto donne che uomini, ma ancora più le donne che gli uomini, mi creda, scignore, quello lì si forma un’idea, che non si stupisce più di niente, e compatisce tutto. — Detto questo s’allontanò; e scomparsi a poco a poco anche gli uomini, il piroscafo rimase queto e in silenzio, come uno smisurato animale che scorresse sulle acque assopito, non facendo sentir altro che le pulsazioni regolari del suo cuore mostruoso.