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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:128|3|0]] nava negli occhi delle altre quell’ira livida, che divampa nelle donne del popolo ogni volta che leticano, anche per una cosa di nulla, con gente delle classi superiori, e che vien da un cumulo di rancori antichi e confusi, estranei alla cagion del momento. — Inn balossad! — si sentiva dire. — Pure nui avimmo pagato, signurì. — A l’è ora d’finila! — E le querele femminili eran sostenute dal brontolio sordo d’una schiera d’uomini, i quali, spassandosela in cuor loro come a uno spettacolo, istigavano però il malcontento per ispirito di classe e anche un poco per una certa coscienza baldanzosa di futuri cittadini repubblicani. Finalmente il Commissario ottenne un po’ di silenzio, e una donna sola parlò. Io non vedevo altro che una capigliatura scarduffata e un indice minaccioso che tagliava l’aria, battendo il tempo a una parlantina di raganella; quando uno scoppio d’esclamazioni coperse quella voce: — Non è vero! — Tazé vu! — Busiarda! — Che 'l me senta mi! — A l’è n’onta! — E già nel serra serra qualche bambino piangeva, ed eran lì lì per menar le unghie....

All’improvviso s’udì da un’altra parte uno strillo acuto di donna, si vide accorrer gente

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