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126 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:130|3|0]] ciando non so che cosa, a modo degli spiegatori dei serragli, fin che il Commissario lo fece tacere con un cenno. Ma le buffonate e le risa continuarono per un altro pezzo, e le due belle rondini marine, scintillanti come l’argento, passando di mano in mano, ammirate e commentate con discorsi infiniti, servirono a quietare un poco l’irritazione nascente delle “classi lavoratrici.„
Intanto io notai tra la folla parecchi passeggieri di prima, il marsigliese, il toscano, il tenore; i quali dovevano aver l’abitudine di far delle corse d’esploratori nelle terze classi. Quella che dava più nell’occhio era la faccia di Napoleone idropico del marsigliese, il quale gironzava intorno alla boccaporta del dormitorio femminile, dondolando sulle gambe arcate il suo lungo busto di Patagoue. Mi disse poi l’agente di cambio che fin dal primo giorno del viaggio egli aveva iniziato una serie di visite regolari al bel sesso emigrante, con delle intenzioni di seduttore, alle quali alludeva socchiudendo un occhio: — Il y a quelque chose à faire par là, savez vous? — E aveva cercato di agevolarsi la via ostentando con gli uomini una certa simpatia nazionale, riscalducciata di socialismo; ma