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sul tropico del cancro 129

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:133|3|0]]sible! — rispondeva il marsigliese arditamente. — Prouvez-moi cela! — Ma quelli, con la prontezza e la memoria mirabile che li distingue, citavano: anche negli anni dello maggiori emigrazioni, dice il Malthus, il popolo d’Inghilterra non cessò d’essere in preda al bisogno. — Malthus n’a pas dit cela! — Come? Come? — Ma quegli senza insistere nè disdirsi, batteva la campagna. — Stuart Mill, — continuavano gli altri, — ha detto che l’emigrazione non dispensa dalla necessità di combattere l’aumento della popolazione. Convenite che ha detto questo? — E l’altro, francamente: — Pas précisément, messieurs. — E non conosceva Stuart Mill più del Malthus, e s’incaponiva, fra le risate dei suoi contradittori, che capivano il gioco. Fu quella l’unica nota gaia della colazione. L’orizzonte nebbioso, il mare grigio, il caldo che cominciava a far luccicare le fronti tennero chiuse tutte le altre bocche dal principio alla fine. Non c’era che la signora bionda che serbasse la faccia fresca come una mela rosa, gittando un doppio zampillo continuo di parole negli orecchi del marito che aveva a sinistra e del tenore che aveva a destra, ed esortando tratto tratto, con uno sguardo pietoso, il toscanello che le sedeva davanti, a non ingelosirsi del suo nuovo amico. E si dovette

De Amicis, Sull'Oceano. 9

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