< Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

sul tropico del cancro 141

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:145|3|0]] pensiero al disopra delle misere passioni degli altri, poiché il suo viso esprimeva una così ferma noncuranza di sé, della vita, della gente, un così alto e freddo disprezzo d’ogni bassezza, che nessuno se gli avvicinava, come se tutti avessero fiutato in lui un nemico d’istinto. Essa parlava; egli l’ascoltava, rispettoso, ma impassibile. E mi colpì, e mi rimase nella mente come l’impressione più viva di quella giornata, il modo come si separarono, la sera tardi: vedo ancora davanti a quella larva bianca, a quel viso di morta, su cui non balenava più altro che un raggio di speranza in un’altra vita, alzarsi e chinare il capo quel bel colosso sdegnoso, segnato dell’impronta del suicidio.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.