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152 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:156|3|0]] Ma la signora passò ridendo, senz’avvedersene. Quasi nello stesso tempo rimasi stupito di vedergli alzare il berretto e fare un mezzo inchino, in aria di grande rispetto, alla signorina di Mestre, che passava a braccetto con la zia. Quando fu passata, egli si voltò a’ vicini, e disse gravemente: — Quella figgia lì...a l’è un angeo.
Il caldo essendo forte a quell’ora, quasi tutti rimasero lungo tempo sul cassero, all’ombra della tenda: ed io ebbi modo d’osservare meglio che la sera innanzi i cambiamenti che s’erano fatti in quegli ultimi giorni nelle relazioni tra i passeggieri. Un’amenità! Persone che nella prima settimana avevan dato segno di non potersi patire, erano stretti ora in una conversazione che pareva amichevole; altre che da principio eran come cucite l’una all’altra, ora sembrava che si scansassero con ripugnanza. Una lunga navigazione è come una breve esistenza a parte, nella quale le amicizie nascono, maturano e cadono con la stessa rapidità con cui s’avvicendano le stagioni sul piroscafo, dove si passa in tre settimane dalla primavera all’autunno. La certezza di separarsi all’arrivo per non più rivedersi, incoraggia alle confidenze, e fa piantare senza complimenti i